Informazioni, ricette e pensieri. Raccontiamo e raccontiamoci... Da mamma a mamma, da donna a donna... gravidanza, parto, allattamento naturale, stili genitoriali e tutto ciò che riguarda noi e i nostri figli...

lunedì 22 agosto 2011

Le idee di una fata...

Il nome mi è venuto in mente perchè mio marito dice che sembro Trilli: ho sempre qualcosa da fare, da costruire, da cucire, da incollare... Insomma le mie mani fanno cose incredibili anche per me, a volte... 
E in effetti chi meglio di una fata può fare cose con amore e creatività?!?  
Così ho deciso di farlo seriamente: mettere a disposizione ciò che faccio per la gioia e il benessere degli altri!
Troverete tutte le informazioni QUI nella nuova pagina dell'altro mio blog!!! 
E date un'occhiata in giro... con calma, vi prego!!!

Benedizioni e serenità a tutt*

giovedì 21 luglio 2011

Portare i bimbi


Per Nahele, il nostro bimbo che oramai a novembre compirà 7 anni, abbiamo utilizzato il marsupio circa un mesetto (il primo mese credo) in casa; la carrozzina è stata utilizzata i primi due mesi, sempre per stare in casa (lui era seduto lì dentro con l'appoggio per la schiena mentre io &papi cenavamo!) e il passeggino è servito al suo gioco di allenamento al camminare (ci si è seduto ben poco ma c'ha giocato tanto, avanti e indietro per il cortile!).
Dai tre mesi ai tre anni è stato portato con una fascia speciale chiamata Didymos, fatta di uno speciale tessuto intrecciato resistente anche ai pesi più notevoli.
E all'occorrenza fungeva da coperta, da cuscino, da borsa per i giochi, da stuoina. Ovunque andassimo, avevamo tutto quel che serviva: Didymos, poppa e qualche giochino in borsa ... et voilà... 
Portare i bimbi è istintivo e piacevole, oltre che assolutamente comodo e naturale (per molte culture è il solo modo di trasportare il bimbo!!!).
Segnalo alcuni posts molto interessanti su questo argomento nel blog di Claudia :
Sempre sul portare, segnalo anche il blog di EquAzioni e (per il momento)questo bellissimo post:

Naturalmente l'argomento è molto ampio: ci saranno ulteriori approfondimenti nei prox post.
Benedizioni e serenità!

mercoledì 20 luglio 2011

Guarda un po'...


Svezzamento, nutrizione, scelta vegetariana/vegana per i bambini piccoli: argomenti troppo importanti per non essere messi in evidenza e quindi linkati.
Elisa (linkata qui nel blogroll a fianco) si occupa di varie cose; oggi in particolare ci tengo a segnalare alcuni suoi post interessantissimi sullo svezzamento naturale:

http://www.mestieredimamma.it/11/07/2011/alimentazione/svezzamento-naturale/svezzamento-naturale-qualche-spunto-per-iniziare/ 

http://www.mestieredimamma.it/11/07/2011/alimentazione/svezzamento-naturale/svezzamento-naturale-qualche-spunto-per-iniziare/

http://www.mestieredimamma.it/04/05/2010/alimentazione/nutrire-significa-educare/

Ringrazio Elisa per gli argomenti importanti che affronta e per l'impegno con cui lo fa!
A questo aggiungo una mia relazione sul testo della dott.ssa T. Valpiana sull'argomento.

“L’alimentazione naturale del bambino” di T. Valpiana.
Questo libro si compone di 3 sezioni: la prima parla dell’alimentazione del lattante, la seconda dello svezzamento e la terza dell’alimentazione naturale dei bimbi più grandicelli.
Il primo capitolo riguarda addirittura la preparazione della mamma alla nascita del suo bimbo da un punto di vista alimentare: i principi dell’alimentazione naturale, gli alimenti consigliati, l’alimentazione dettagliata della gestante, con integratori e alimenti da evitare. E’ un capitolo molto interessante che tratta, anche con molta sensibilità, il punto di vista del neonato col suo istinto di suzione, che dopo la nascita dovrebbe essere soddisfatto prima possibile per non diventare angoscia e disperazione: “Dopo il sangue del cordone ombelicale, il latte diviene il legame tra due esseri”, perché “ il neonato, oltre al latte, succhia piacere e conoscenze”.
Il capitolo 2 mi ha fatto sorgere qualche perplessità. Si parla di allattamento al seno e si dice:”Dal 10° al 30° giorno il latte prodotto è più energetico e calorico. Solo dopo il 30° giorno, viene prodotto il latte definitivo”(pag.19). Ma il “latte maturo” non è forse prodotto già tra la 1a e la 2a  settimana (dopo il colostro, quindi) e mantiene le caratteristiche pressoché costanti per tutto il periodo dell’allattamento?
E ancora (pag.21):”[]quattro o cinque mesi di allattamento al seno costituiscono una riserva di salute che accompagna tutta la vita”. Cosa intende dire? Che bastano SOLO (o ALMENO) 4 o 5 mesi di latte materno perché il sistema immunitario del b. sia protetto? Che oltre il 5° mese non serve più il latte materno perché il sist. immunit. del b. ormai è formato e non riceverebbe più anticorpi? E’ poco chiaro questo punto.
Lo schema presentato poi con il confronto tra latte materno e quello vaccino è buono e chiaro, ma poi si passa alla “preparazione del seno” nel cap. successivo e qui…(pag.26) “poche gocce di limone sui capezzoli ogni giorno, faranno acquisire loro la necessaria resistenza”(mi sembra un consiglio un po’ obsoleto, oltre che inutile), perché verranno “maltrattati dalla violenta suzione del neonato affamato”…Oh, mamma! Non l’avevo mai visto sotto questo aspetto…
A pag.31 poi, si legge:”Se egli apprende che, nel momento in cui ha fame, viene data risposta alla sua esigenza, imparerà a NON CONFONDERE CONTINUAMENTE LA RICHIESTA DI CIBO CON QUELLA DI CONSOLAZIONE e instaurerà vere e proprie poppate”.(mi sembrava di leggere un trattato del 1800!!!) Credo che questa affermazione sia un po’…LIMITATIVA: il b. poppa quando ha fame , quando ha sete, quando è annoiato, quando è triste o ha dolore, senza CONFONDERE le cose…Il seno è LA risposta ad OGNI necessità!
Ci sono poi riferimenti un po’ contraddittori alla durata delle poppate (durata che va “progressivamente aumentata, fino a raggiungere i 15-20 min. per ogni poppa”, con eventuale ruttino tra una poppa e l’altra, anche se poco prima l’Autrice aveva affermato che “la durata di ogni poppata va decisa esclusivamente dal neonato”!!!) e alla loro frequenza, nonché un accenno allo svuotamento manuale del seno, da preferire al tiralatte elettrico o a pompa che possono favorire l’insorgere delle ragadi (che strano:a me è servito per farle andar via invece!!!)
Subito dopo (pag.33), l’A. ci dice che “particolarmente nel primo periodo, i capezzoli possono essere ripuliti con qualche goccia di limone e poi unti con burro di cacao o lanolina (ma non ne vedo la necessità!!!).Ma è sicuramente meglio detergere e ammorbidirli spalmando qualche goccia di latte” (ma le ghiandole di Montgomery allora a che servono?!? E l’Autrice sa che esistono?)
Poi raccomanda di “sostenere il seno con un morbido e ampio reggiseno in cotone, evitando però quelli del tipo da allattamento in commercio, perché questi indumenti bloccano il flusso di latte e rendono difficile la presa del capezzolo da parte del b.” e anche questa mi risulta nuova…
Subito lì accanto ci sono anche consigli sui “cibi da evitare” perché altererebbero il gusto del latte: mi sembrano, anche queste, indicazioni un bel po’ superate! Se assunti in gravidanza, il b. si è già in parte abituato al loro gusto, per cui non c’è motivo di non mangiarli anche dopo, in allattamento.
E il capitolo si conclude con uno schema, conciso ma efficace, dei vantaggi dell’allattamento al seno per il neonato e  per la madre.
Il capitolo successivo tratta “L’allattamento artificiale”, che a parer mio c’entra poco con L’ALIMENTAZIONE NATURALE DEL B., ma secondo l’A.ci sono motivi culturali e psicologici che portano ad allattare artificialmente le donne di oggi; però la morale è: meglio una madre che dà il biberon, ma è serena, piuttosto che una madre che offre il seno per forza.
E nonostante ribadisca (pag.43) che per “i primi 6 mesi di vita l’alimento migliore è il latte materno” e che dunque “l’allattamento artificiale è da usare solo in assoluta assenza di latte materno(della madre naturale o di altre donne)”, ci tiene comunque a dare informazioni circa i latti in polvere(riferimento, secondo me, fuori luogo!), i latti vegetali, il latte di cereali (con tanto di ricetta per prepararlo in casa), il latte di mandorle,quello vaccino e quello di capra e dà uno schema alimentare per i primi quattro mesi, con cui si è constatato uno sviluppo regolare del b.
Ci dà perfino indicazioni sul biberon, su come pulirlo e come tenerlo per nutrire il b.!
C’è quindi un capitolo che raggruppa delle situazioni “particolari”(solo accenni, peraltro!): nascita pretermine, nascita gemellare, ittero neonatale, neonati con problemi(ad es. malformazioni di qualche tipo o  palatoschisi), familiarità allergica, taglio cesareo( per cui dice che “la donna deve essere messa nella condizioni di riposare[] Già dal 3° giorno, l’organismo inizierà a riprendersi e l’allattamento potrà instaurarsi libero e abbondante”…spero non voglia dire che si devono aspettare 3 gg prima di allattare il proprio bimbo se nasce col t.c.!) e parla anche di “ritorno al lavoro della mamma”(ma questo cosa c’entra con le situazioni particolari presentate prima?), con tanto di rimandi alla normativa italiana in materia di “tutela della madre lavoratrice e congedi parentali” e conclude il cap. con riferimenti alla “Strategia globale UNICEF per l’alimentazione dei neonati e dei bambini”: non è chiaro se quanto detto in questo box sia ripreso da qualche testo dell’UNICEF o sono parole dell’A., però si afferma che “Gli operatori sanitari andrebbero messi in condizione di offrire sostegno efficace sull’alimentazione e[] questi servizi andrebbero estesi tramite[] gruppi di mutuo aiuto (aiuto da mamma a mamma)”. Ma La Leche League fa proprio questo, perché non viene citata?!?
La prima parte del libro si conclude con una serie di elementi e parametri da osservare per verificare il benessere e la salute del bimbo.
Si passa alla 2a parte, lo svezzamento, e se all’inizio dice evidente che il miglior cibo per il b. è il latte materno e che più a lungo gli viene fornito meglio è, l’A. avverte però che “un allattamento materno esageratamente prolungato, anche oltre i segnali di autonomia del b., spesso risponde più alle esigenze della madre che non a quelle del figlio”. Non è specificata però l’età del b. entro cui l’allattamento al seno può essere correttamente prolungato e al di là del quale è invece esageratamente prolungato (come se ci fosse un’età al di là della quale è bene non fare più coccole al b. per non creare problemi psicologici e di distacco da e per la madre!) e ancora:”[] passare da un’alimentazione lattea ad una più variata è []la ricerca di un’alimentazione che si adegui alle diminuite necessità di crescita del b.”. Diminuite? Non semplicemente cambiate?
Poi si dice che “lo svezzamento è un momento delicato per lo sviluppo del b.” perché “la madre gli rifiuta il cibo abituale, gli offre degli alimenti dal gusto diverso…”, ma il cibo – soprattutto all’inizio!!!- è INTEGRAZIONE del latte materno e NON SOSTITUZIONE!
Seguono allora indicazioni sulla necessità che il tutto avvenga come passaggio graduale, senza fretta e senza imbrogli o distrazioni durante il pasto e che si lasci il b. libero di toccare il cibo e le cose che ha intorno per imparare a conoscere anche con le mani, oltre che con le stoviglie adatte a lui (che devono essere sempre pulite e senza disegni sofisticati…).
Un capitolo, secondo me, valido (finalmente!) è quello successivo, dove si danno motivazioni per cui scegliere alimenti il meno possibile manipolati, il più possibile integri, come la Natura ce li offre, con uno sguardo approfondito alle combinazioni alimentari, ai tipi di cottura migliori, ai condimenti e agli “effettivi bisogni alimentari dell’organismo umano”, ricordando che in una alimentazione vitale del b. sono indispensabili per la sua crescita anche il sole, l’aria e l’acqua.
Dopo una critica (ben fondata) alla dietetica infantile prodotta dalle grandi aziende riguardo al problema delle intolleranze ed uno schema per le diverse tappe dello svezzamento, dai 5 mesi ai 3 anni d’età, da applicarsi “con buon senso ed elasticità mentale”, si passa alla parte più corposa del libro: gli alimenti nel dettaglio, proprietà, perché mangiarli, perché no, con tanto di facili ricette da realizzare.
Si conclude con riferimenti a condizioni “particolari” come: il b. che non mangia, che mangia troppo, quello allergico, quello vegetariano e il b. ammalato; insomma, un accenno a situazioni che potrebbero verificarsi e che possono cogliere impreparati.
La 3a ed ultima parte (la più breve) ribadisce i vantaggi di un’alimentazione sana anche dopo che il b. è cresciuto e suggerisce, ad esempio, cosa offrirgli a colazione, pranzo, merenda, cena, in vacanza o durante una festa.

Concludendo, direi che questo testo presenta numerose incongruenze- soprattutto nella prima parte- e gli schemi sono da prendersi davvero “con le molle”, ma se utilizzato come guida ai singoli alimenti, così da poter avere informazioni dettagliate su cosa mangiamo e facciamo mangiare al nostro b. a partire dallo svezzamento, può essere un’utile fonte di proposte alimentari.
Sicuramente è da sconsigliare ad una mamma che ha appena cominciato ad allattare, se non ha le informazioni corrette: è troppo contradditorio e in alcuni casi superato!


Serenità e benedizioni a tutt*

giovedì 14 luglio 2011

"Per una nascita senza violenza" di Frederick Leboyer


 Quello della nascita è un momento importante che segna tutta la nostra vita. Leboyer si è reso consapevole di questo e invita, con questo scritto, a rivedere i luoghi comuni e le credenze create da questa società del benessere che vede la nascita come qualcosa da ospedalizzare con accuratezza e operatività “per il bene della madre e del neonato”. Ma se solo si pensasse un momento a cosa prova davvero il neonato lungo il suo percorso verso la nascita e subito dopo? Davvero è un essere indifferente alle sofferenze e alle sensazioni? Davvero non vede, non sente? Cosa ci hanno fatto credere?!? Il neonato DEVE urlare appena nato; DEVE essere controllato, ripulito, pesato; DEVE essere separato SUBITO dal suo cordone ombelicale… “Il culto del dolore non è di oggi . Eppure questa strada antichissima porta direttamente alla cecità, all’ignoranza, alla sofferenza che è mancanza di intelligenza”.  Leboyer ci dice che “non è necessario soffrire e urlare per venire al mondo” e ci dà una nuova prospettiva del parto: quella del neonato!
Il neonato, alla nascita, non è cieco: è ACCIECATO, dalle 1000 luci della sala parto; non è sordo, bensì ASSORDATO dalle 1000 grida delle persone che stanno intorno a lui; non è insensibile ai tessuti che gli fanno indossare, alle gocce che gli mettono negli occhi e alla indifferenza del personale ospedaliero che si occupa di lui, che lo controlla…
Quello di cui ha bisogno un bimbo alla nascita è una luce soffusa, suoni dolci e cauti e sua madre. Quello di cui ha bisogno è il “linguaggio dell’amore”: essere toccato, accarezzato… secondo il suo respiro…
Perché il respiro (neanche a farlo apposta…)è ciò che segna la differenza tra la vita dentro e quella fuori dall’utero, tra il prima e il dopo, tra l’acqua e l’aria… Ed è fondamentale e determinante per il resto della vita… Il primo respiro è quello che dice “ora sono qui”.
“Vivere liberi vuol dire respirare liberamente. Non solo con le spalle e il petto. Anche col ventre, coi fianchi… con la schiena!!!” Leboyer ci spiega quale incredibile importanza abbiano i movimenti che facciamo fare alla schiena del neonato!!! “Basta che lungo la colonna vertebrale ci sia un minimo blocco ed ecco che la respirazione e la vita saranno ostacolate per sempre…” (e qui posso portarvi un esempio pratico: alla mia amica Laura è stato consigliato dalla omeopata di portare il suo bimbo -nato con cesareo!- dall’osteopata per un problema di adenoidi!!! Ebbene, l'osteopata ha rilevato uno stiramento -a livello di una vertebra- risalente ... alla nascita!!! Con una manovra adeguata gli ha tolto questo stiramento e da quella sera il bimbo NON HA PIU' PROBLEMI DI ADENOIDI e di respirazione!!!).
Leboyer dà indicazioni pratiche su come agire (operatori e non) e come "non-toccare" il neonato e su come "lasciare che si apra al mondo extrauterino".
Insomma, "gli ingredienti per un buon parto sono un po' di pazienza. Di silenzio. Attenzione. E amore."

Benedizioni e serenità ***

venerdì 1 luglio 2011

Take your time!


Ho letto tempo fa il post dell'amica Elisa e non sono riuscita a caricare il video che aveva messo, perciò avevo desistito dall'intento.
Neppure oggi ce l'ho fatta (credo ci sia un problema con You Tube...) ma eccovi il post e lo splendido video: buona visione!!!

And take care!!!

giovedì 30 giugno 2011

"Parto e nascita senza violenza " di L. Braibanti

Questo libro affronta, con semplicità di parole e di concetti, due temi molto importanti: parto/nascita naturali e allattamento al seno.
Nella sua prefazione al libro, il figlio Paride delinea chiaramente la persona di suo padre Lorenzo, il suo carattere e le peculiarità che lo hanno reso quello che è stato: un medico attento ai diritti dei malati, in quanto “persone” (”…diritto alla salute, alla dignità umana e sociale, diritto di scegliere, di decidere, di capire, di rifiutare… Diritto a guarire…, ma anche di non essere curati, se non necessario…").
Lorenzo fa tesoro dell’eredità di suo padre Ferruccio, anch’egli medico “vecchia maniera”: un’eredità fatta di solidarietà, coraggio, disinteresse personale e la consapevolezza che il privilegio dello studio comporta “il dovere di servizio verso la comunità…”.
Una solidarietà che è anche riscoperta di una “alleanza con la Natura” ed è proprio la sua fiducia in questa a portare Lorenzo Braibanti nella direzione che ha poi caratterizzato la sua vita a la sua opera.
Nell’autunno del 1974 l’incontro con gli scritti di tal Leboyer e della sua “nascita senza violenza”: accostarsi alla madre che partorisce e soprattutto al bimbo che nasce con rispetto e discrezione. “Perché no?!”
In mezzo ad una corrente culturale e sociale convinta che la mortalità perinatale fosse diminuita solo perché più donne ora partorivano in ospedale, mentre una delle ragioni era il cambiamento delle procedure in caso di emergenza (da embriotomia a taglio cesareo!!!), ecco  che si apre un dibattito scatenato da Leboyer con la sua nonviolenza e la sua umanizzazione dell’ostetricia che torna ad essere “arte” e non più mera disciplina medica.
Così Braibanti intende proprio riportare la nascita, l’attenzione per l’accoglienza al neo-nato, dentro la medicina che deve tornare ad essere al servizio dei protagonisti del percorso di gravidanza-parto-nuova vita, senza contrastare l’importanza e il diritto a vivere questa esperienza come fondamentale nella vita di ogni donna (e di ogni nascituro…)
Un percorso formato da due  periodi importantissimi: quello della ENDOGESTAZIONE (1a parte del libro), che va dal concepimento al parto ed è quindi il periodo di vita intrauterina del bimbo; e quello della ESOGESTAZIONE (2° parte), che comincia con la nascita e procede ad oltranza.
Nella prima parte del percorso, Braibanti propone (ed attua nel suo ospedale) una centralità della donna, in quanto essere “programmato” già dalla Natura a partorire (lo si è fatto per millenni!!!) e la cui “preparazione al parto” deve restituire la sua natura di evento fisiologico e non dettato dalla tradizione culturale che vede il parto come assolutamente doloroso e bisognoso di intervento medico.
Più fiducia nella donna, più fiducia nel corpo della donna, che durante la gravidanza subisce i necessari mutamenti che la preparano ad un evento sconvolgente ma meraviglioso.
La preparazione in quanto tale dovrebbe invece porre l’attenzione dell’operatore sanitario sull’importanza dell’allattamento e della funzione della mammella (anche da un punto di vista fisiologico!) per informare correttamente la neo-mamma del valore della relazione con il proprio bambino, perché prima e durante il parto la donna si sente seguita dalla struttura sanitaria, ma dopo si sente abbandonata e sola ad affrontare il suo essere madre.
Si riammette il rispetto per la fisiologia del parto, dando alla donna la libertà di tenere le posizioni che più le si confanno, senza costringerla ad alcune assurde, scomode, innaturali e deleterie, per lei e per il bimbo.
Rispetto anche per le decisioni della donna, anche in caso di reali patologie che necessitano di cesareo, o riguardo le presenze affettive nel “rituale del parto e della nascita”(il marito o altri parenti, in presenza attiva o passiva) e ci si interroga sulle reali necessità di partorire in ospedale…”La donna deve poter vivere il proprio travaglio nelle condizioni più normali e più naturali possibili” e questo permette non solo di non interrompere quel “ritmo unitario del parto” influenzato dai fattori emotivi della partoriente e di chi le sta intorno, ma anche di rivalutare quella solidarietà sociale e culturale che caratterizzava la cultura contadina, fatta di semplicità , di fiducia nella Natura e di rispetto per i suoi ritmi (e quindi una sorta di venerazione per l’essere umano che ne fa parte-n.d.R.-).
Nella 2a parte del suo percorso, si rivaluta il neonato, visto non più come un esserino incapace di soffrire (trauma della nascita), di vedere, di provare dolore (fisico ed emotivo), bensì come individuo, con le sue peculiarità, capace di adattarsi all’ambiente sociale in cui viene a trovarsi. E sul piano fisiologico, l’alimentazione al seno è il potente mezzo di riequilibrio del legame che la nascita ha così traumaticamente turbato.
Ancora una volta, all’operatore spetta il compito di essere NON guida o attento solo agli aspetti patologici degli eventi, bensì discreto osservatore di ciò che avviene tra i due protagonisti del preludio di un’esperienza unica e irripetibile di crescita e di arricchimento vicendevole(una donna e il suo bimbo).
Le prime esperienze in un ambito favorevole, in cui il neonato instaura il proprio rapporto con la madre, sviluppano le difese biologiche e assicurano le basi per una persona sana ed equilibrata.
Si raccomanda l’allattamento IMMEDIATO (entro i primi 30 min. dalla nascita) poiché questa procedura innesca:
1.    la liberazione dell’ossitocina, che contribuisce a far contrarre l’utero, per riportarlo pian piano alla grandezza pre-gravidanza (e quindi a facilitare il secondamento, se non fosse ancora avvenuto);
2.    la secrezione della prolattina (l’ormone materno indispensabile), che avvia la produzione di latte.
Si parla dettagliatamente, ma con semplicità e chiarezza, dei benefici dell’allattamento al seno e della composizione del latte materno coi suoi vantaggi, dell’allattamento a richiesta e della sicurezza psicologica di base che si instaura proprio grazie ad esso nel bimbo che cresce.

E’ un testo senza dubbio in linea con la filosofia de La Leche League (anzi, viene citata parlando della documentazione sugli effetti positivi, anche a lungo termine, del latte materno) e a cui non si può rimanere insensibili.
Mi ha aperto mente e cuore, dandomi la consapevolezza del mio essere donna e del fatto che la prossima volta potrà andare diversamente.

Benedizioni e serenità.

mercoledì 29 giugno 2011

COCCOLE & FILASTROCCHE

“COCCOLE & FILASTROCCHE –rime, giochi e tenerezze”
di G.Baronchelli e C.Carpi Germani       
ed.Giunti Kids
Ho acquistato questo libro perché volevo avere qualche filastrocca da imparare per giocare di più con mio figlio nelle giornate d’inverno. Sfogliandolo, mi sono resa conto di che tesoro avessi scovato…
E’ una raccolta di filastrocche per ogni occasione, da quando si pone il bimbo sul fasciatolo per cambiarlo, fino all’ora della nanna, passando attraverso ogni tappa della crescita del cucciolo umano fino a quando è un po’ più “grandicello”.
La nostra generazione non può più usufruire di tutte quelle canzoncine semplici che si imparavano una volta, trasmesse dai nonni o dai bimbi dello stesso cortile. Ma quelle pratiche verbali e ritmiche, viste e vissute, sono importanti anche oggi perché (oltre ad una importanza psicofisica rilevante) permettono ancor di più l’instaurarsi di un contatto tra genitore e figlio, basato sulla valorizzazione del TATTO accompagnato dalle parole: "[] gioco verbale, motorio, spesso manipolativo, da cui scaturisce, quasi automaticamente, un’attenzione all’affettività…", dice C. Pontecorvo nella presentazione.
Emerge il valore ludico delle parole che, sottoforma di filastrocche, con suoni, ritmi, onomatopee, accompagnate ai gesti e ai movimenti, danno vita ad un ponte affettivo, poiché adulto e bambino partecipano insieme, in un gioco senza eguali, che stimola il contatto fisico genitore – figlio, con la semplicità del linguaggio fanciullesco, con la fantasia e la voglia di divertirsi insieme.
Ci sono filastrocche per ogni gusto, per ogni umore e ogni bisogno. Basta sfogliare per trovare quel che serve: per far pace, per addormentarsi e risvegliarsi, per fare la pappa, per giocare sulle ginocchia del papà, per giocare con le dita, con le mani, con occhi, naso, orecchie e bocca, per ridere all’infinito e per festeggiare i primi passi o il sole, la luna e gli animali (ce n’è una anche per il singhiozzo!)
Insomma, un patrimonio di carezze, abbracci, solletici, giochi con le mani e tra le braccia di chi ci vuol bene, che accompagna per tutta la vita, legato ai gesti affettuosi di un momento speciale di una qualunque giornata speciale della nostra vita e di quella di nostro figlio.
Le autrici hanno raccolto le filastrocche della tradizione orale da ogni parte d’Italia ed alcune sono proprio in dialetto. Ogni sezione è arricchita da una speciale introduzione e ogni pagina da bellissime illustrazioni e suggerimenti su come attuare il gioco delle filastrocche presentate; il testo termina con una ricca bibliografia.

Credo che questo libro sia pienamente in linea con la filosofia de La Leche League, poiché l’amore verso i nostri figli è dimostrato loro concretamente con giochi, massaggi, abbracci e sorrisi: anche questo fa parte di un nutrimento indispensabile quanto il nostro latte, per crescere serenamente, con dei bei ricordi che accompagnano poi per sempre. 

ps. ormai è uscita la nuova edizione con il cd.

Benedizioni e serenità ***

martedì 28 giugno 2011

Di allattamento...



Oggi vi propongo l'intervista fatta a Laura, la mia amica consulente de La Leche League, che avevo già pubblicato nell'altro mio blog.

Cara Laura, da quanto sei consulente de La Leche League e perchè hai deciso di diventarlo?
Sono Consulente da  giugno 2007, ho deciso di diventarlo dopo aver partecipato agli incontri tenuti a Vigevano da Michaela e Silvia C. Uscivo dagli incontri sollevata, distesa, rilassata. Avevo trovato un luogo dove poter raccontare, dove mi sentivo capita, dove non ero un extra-terrestre, nessuno mi guardava storto se allattavo un bimbo di 3 anni avendone un´altro da partorire a breve.
Capivo che la maggior parte delle mamme aveva i miei stessi dubbi. Agli incontri non ho trovato solo risposte, ho trovato soprattutto la forza ed il sostegno che mi hanno permesso di seguire il mio istinto. Ho capito che non esistono regole e protocolli con i bambini, ogni bimbo é diverso ed ogni mamma é diversa, non possono esserci risposte preconfezionate che si adattano a tutte le situazioni. Se peró ci fermiamo ed impariamo ad ascoltarci, se rallentiamo i nostri ritmi, se troviamo il coraggio di seguire il nostro cuore, allora la strada con nostro figlio é tutta in discesa. Ho deciso di diventare Consulente perché volevo aiutare le mamme che a trovare ognuna la propria risposta, quella vera, quella del proprio cuore. Quando mammma e bimbo si innamorano uno dell´altro poi si hanno mamme felici e bambini felici. L´allattamente é un mezzo per raggiungere questo traguardo, risponde, con un solo gesto, ai bisogni fondamentali per il bambino ( Nutrizione, calore, bisogno di protezione e amore) ed a quelli della mamma ( aumenta l´autostima, bonding facilitato, e , perché no, dá un aiuto anche alle finanze poiché il latte di mamma é gratuito!). Se nel mio percorso di consulente avró aiutato anche una sola coppia madre-bimbo allora ne sará valsa la pena.

Quanto e cosa hai studiato per diventarlo?
Per essere ammessa al tirocinio ho letto e commentato parecchi libri ( sul parto, allattamento, educazione, ascolto), ho studiato i libri curati da La Leche League, 2 Libroni dedicati ad operatori sanitari per avere la giusta competenza tecnica, e  poi, naturalmente "L´arte dell'allattamento materno", il nostro Best seller!

Cosa ti piace di più di questa figura?
Un sacco di cose, il fatto di avere sempre qualcuno a cui rivolgermi, con il quale confrontarmi nelle consulenze piú ostiche, il fatto di aiutare gratuitamente ma in modo comunque molto professionale, i ringraziomenti delle mamme ed i sorrisi dei bambini.

Quali sono le problematiche più ricorrenti?
... a me va a periodi, ci sono dei mesi dove mi chiamano tutte perché vogliono svezzare bimbi cresciutelli, poi magari é il periodo dei prematuri, c´é stato il periodo dei bimbi con problemi di rigurgito... . il periodo degli ingorghi... tante mamme chiamano anche solo per avere conferme, magari dopo che qualcuno ha sparato loro sentenze gravissime ( "Ha 15 mesi e ciuccia ancora! Diventerá gay!"  oppure "sei tu che non vuoi lasciarlo crescere ed é a te che fa piacere dormire con lui nel lettone, ma a lui fa male, avrá bisogno di uno psicologo da grande")  in questo caso basta ascoltarle e rassicurarle...
Spesso è sufficiente una parola, una risata e la mamma capisce da sola quanto, dietro a queste frasi, ci siano solo pregiudizi e nulla di fondato.
Del resto una mamma al primo figlio si trova sommersa in una valanga di consigli, tutti sembrano essere piú competenti di lei, spesso mi telefonano mamme insicure sommerse dai dubbi e da suggerimenti contrastanti. Non faccio nulla, le ascolto, ascolto le loro ansie e le auito a capire quanto in realtá sia tutto molto molto semplice... il bimbo ha dei bisogni e la mamma non fa nulla di male nel soddisfarli! L´allattamento a richiesta si basa proprio su questo, e se é condotto realmente  "a richiesta" il seno di mamma si calibrerá e produrrá esattamente la quantitá necessaria per il proprio bambino. Siamo mammiferi, possiamo essere istintivi! A volte é veramente difficile far passare concetti molto semplici perché per tutta la vita abbiamo seguiti schemi, orari, orologi, quantitá ...  é cosí difficile pensare che il nostro organismo possa da solo produrre un alimento tanto perfetto per i nostri cuccioli eppure é cosí! La stragrande maggioranza delle mamme puó allattare i propri cuccioli ( si parla del 98%) e la maggior parte dei problemi si puó risolvere con accorgimenti banali. A volte basta sapere che non si é da sole, che i sentimenti che si provano sono "normali", che la valanga di ormoni che ci fa piangere per nulla dopo il parto colpisce una buona percentuale di donne, per affrontare in modo diverso una maternitá. Leggere la "nostra" rivista ( Da mamma a Mamma, la si puó ricevere a casa sostenendo l´associazione con una quota minima di € 30,00 ) cosí piena di testimonianze, lettere di mamme che ci sono passate, sentimenti puó senza dubbio contribuire ad aumentare l´autostima!

Cosa ti aspetti per il futuro?
Spero tanto che le informazioni corrette sull´allattamento si diffondano sempre piú, e questo grazie ad  internet ... e grazie anche a La Leche League,( il nostro sito www.lllitalia.org  ha avuto nel 2010 oltre 1 milione di contatti!) sta giá avvenendo!
Spero che ogni mamma trovi il sostegno di cui ha bisogno, che si ritorni a considerare la formula artificiale come un ottimo SOSTITUTO da usare esclusivamente come quarta scelta (dopo il latte di mamma "alla spina", dopo il latte di mamma tirato ed somministrato NON con biberon, dopo il latte di una banca del latte sempre somministrato con un´alternativa al biberon, in ultimo, se non sono disponibili queste tre opzioni, ecco che si somministrerá la formula artificiale).
Inoltre mi auguro che associazioni come la Leche League, oneste, dove ogni soldo che entra viene registrato e dove i bilanci sono trasparenti riescano a sopravvivere! Abbiamo bisogno di sostegno ( anche economico) per permettere a Leche League di esistere, per poter aiutare sempre piú mamme, per poter formare nuove Consulenti in aree scoperte e per portare Leche League in nazioni dove ancora non é presente. Leche League non esiste per guadagnare soldi, ma per poter esistere ha bisogno di soldi. Spero che non tocchino il 5 x 1000 ( Codice fiscale per sostenerci :98039910173) e che sempre piú persone decidano di destinarlo alla nostra associazione!
In You Tube ci sono diversi video su La Leche League (purtroppo non riesco ad inserirne i link  :(  ma basta digitarne il nome...).  
E dulcis in fundo... uno splendido video trovato nel blog di Elisa .

Benedizioni e serenità ***

venerdì 24 giugno 2011

Benvenute!!!

Poichè il "Caso" non esiste... oggi ho ho ritrovato questo blog che avevo impostato 3 anni fa e che non avevo mai "alimentato"... Un altro "pezzetto del puzzle" che quest'anno sto sistemando...

BENVENUTE A VOI TUTTE!!!
Questo è un blog che parla di gravidanza, parto, allattamento e tutto quello che riguarda il nostro stile genitoriale... Un blog fatto però non solo da me , ma da chiunque voglia contribuire a scambiare informazioni, pensieri e ricette... ESPERIENZE, insomma.
Ecco gli argomenti:
  • gravidanza, parto e/o post-partum
  • allattamento e svezzamento naturali
  • problemi "femminili"
  • stili genitoriali
  • films per loro (e per noi)
  • recensioni di libri
A questo si aggiunge la possibilità di scambiare, vendere e/o comprare cose nuove o usate.
Vorrei che questo blog funzionasse quasi da portale: la sua funzione è quella di unire le persone che vogliono raccontare, quelle che cercano soluzioni(di ogni tipo), quelle che hanno bisogno di leggere un libro, quelle che amano ascoltare e... condividere ciò che sono.
Grazie d'essere qui.
Serenità.
Silvia